Sotto la guida attenta di Barbara Cavagnero e della psicologa psicoterapeuta Monica Petecchia, nel Centro Diurno Psichiatrico Nuova Luce di Martina Franca si svolge un importante lavoro di riabilitazione e supporto psicosociale. Operativo dalle 8:30 alle 19:30, il centro offre una vasta gamma di attività rivolte agli utenti psichiatrici del territorio, concentrando i propri sforzi non solo sulla riabilitazione sociale e artistico-espressiva, ma anche sul benessere fisico e psicologico dei pazienti.
Il percorso terapeutico abbraccia diversi aspetti della cura personale, dalla salute fisica all’igiene, integrando colloqui individuali e gruppi psicoterapeutici. Un focus particolare è posto sulle dinamiche comunicative e sull’interazione con le famiglie dei pazienti, distinguendo tra colloqui individuali orientati a risolvere problemi specifici e incontri di gruppo che facilitano il confronto su questioni comuni, mediati da psicologi ed educatori.
Tali incontri si propongono di fornire alle famiglie gli strumenti idonei per gestire le sfide quotidiane, promuovendo un ambiente di supporto reciproco. Parallelamente, il centro si impegna a migliorare la qualità della vita dei pazienti attraverso una serie di laboratori e corsi di formazione professionale retribuiti, finanziati dalla regione, che offrono concrete possibilità di inserimento lavorativo.
Quest’anno, due pazienti con problemi significativi sono stati inseriti con successo in tali corsi, avviando un percorso che, con il supporto continuo del centro, potrebbe culminare nell’ingresso nel mondo del lavoro. Questo approccio migliora la vita dei pazienti ma influisce positivamente anche sulle loro famiglie, alleggerendo il carico e permettendo ai familiari di vivere una vita più serena.
Un toccante esempio di questo successo è quello di una paziente, la cui storia non viene divulgata per privacy, che ha visto migliorare significativamente la propria qualità di vita. Grazie all’intervento integrato del centro, sua figlia ha potuto trasferirsi in un’altra regione, riducendo il suo coinvolgimento diretto nella cura quotidiana e permettendo alla madre di sviluppare una nuova autonomia. La paziente ora si sposta autonomamente e partecipa attivamente alla vita comunitaria, dimostrando che il recupero è possibile e che la dignità e l’autonomia personale possono essere riconquistate, nonostante le sfide psichiatriche.
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